La competenza metafonologica è la capacità di riflettere sulla struttura sonora delle parole, di percepire per via uditiva sillabe, rime, assonanze, allitterazione e singoli fonemi ed è considerata di cruciale importanza per imparare a leggere e a scrivere. Molte scuole oggi effettuano screening che vanno ad indagare le competenze fonologiche all’inizio del percorso di insegnamento-apprendimento della lettura e della scrittura, ma delegano poi all’intervento specialistico logopedico un percorso di recupero nel caso di rilevazione di difficoltà. La ricerca non ha solo dimostrato il valore predittivo di questa competenza rispetto allo sviluppo delle abilità di lettoscrittura, ma ha anche verificato che attuare un percorso sui prerequisiti fonologici di tutti i bambini in un’età precoce significa lavorare in un’ottica preventiva: è importante intervenire su competenze in formazione, colmare carenze, per creare terreno fertile all’apprendimento. Tale assunzione porta a rivedere le attività volte allo sviluppo dei giusti prerequisiti, propedeutiche all’insegnamento formalizzato in classe prima, che devono riguardare in modo prioritario il linguaggio orale e, più precisamente, la capacità del bambino di smontare le parole, di individuare le sillabe e i singoli fonemi.
Vi è una gerarchia nello sviluppo della competenza metafonologica: la componente globale riguarda la sintesi e la segmentazione sillabica e investe maggiormente la scuola dell’infanzia o le prime settimane della classe prima; quella analitica è relativa alla discriminazione dei singoli fonemi che compongono una parola ed è contestuale alla presentazione dei grafemi. Le indicazioni delle neuroscienze ci suggeriscono di proporre attività nel rispetto della sequenza degli apprendimenti. In questo articolo ci occuperemo delle prime competenze, dei prerequisiti che riguardano la capacità di spezzettare le parole in pezzetti più piccoli: le sillabe.
Da anni la scuola dell’infanzia offre ai bambini proposte operative che vengono definite di prelettura e prescrittura, ma riguardano spesso lo sviluppo di abilità grafo-motorie e visive; senza nulla togliere a questi prerequisiti, necessari senz’altro, si vuole sottolineare che attività preliminari dovrebbero riguardare anche gli esercizi cruciali legati alla consapevolezza metafonologica. Sin dalla Scuola dell’Infanzia è possibile, infatti, incrementare tale competenza, stimolando precocemente la sensibilità infantile alle proprietà sonore delle parole, spostando l’attenzione dal significato ai suoni che le compongono. Si tratta di preparare un terreno favorevole alle acquisizioni successive, attraverso interventi sistematici in laboratori fonologici per sviluppare le seguenti abilità:
- Segmentazione sillabica / conta delle sillabe
- Riflessione sulla lunghezza e sulla brevità delle parole (parola corta vs parola lunga)
- Riconoscimento della sillaba iniziale / produzione di parole che iniziano con la stessa sillaba
- Ricerca di parole in rima (discriminando i suoni sillabici finali) /Identificazione della sillaba finale
1) Per concentrare l’attenzione dei bambini sulla segmentazione sillabica, si propongono immagini e si invitano i bambini a pronunciane la parola corrispondente “spezzettandola” e accompagnandosi con il battito delle mani, con legnetti, piatti, tamburo, oppure con timbri o impronta su foglio ad ogni sillaba.
2) Utili sono attività di conteggio delle sillabe per porre attenzione alla lunghezza delle parole: si contano, per esempio, i ritagli effettuati per segmentare in sillabe le immagini che rappresentano lumaca, topo o i saltelli effettuati per segmentare pomodoro. In questa fase, può essere dispersivo presentare la parola scritta; fornendo l’immagine che rappresenta la parola orale, l’attenzione del bambino si focalizza sull’aspetto sonoro.
3) Importantissima è la tappa della riflessione sulla discriminazione della sillaba iniziale, cercando parole che iniziano con la stessa sillaba da rappresentare con il disegno (eseguito dai bambini stessi) e da raggruppare per sillaba iniziale uguale. Si potrebbero, per esempio, costruire scatole delle parole sempre aperte: ricordo un bambino che durante l’attività programmata non aveva trovato una parola con ca da disegnare come i suoi compagni, ma qualche giorno dopo si era avvicinato timidamente chiedendomi di poter disegnare su un cartellino una carota da inserire nella scatola dove il suo migliore amico aveva messo una casa.
4) Attività successive dovrebbero riguardare la discriminazione della parte finale di una parola, per esempio, attraverso filastrocche in rima o con carte da associare per sillabe finale uguale. Efficace e coinvolgente può essere proporre il gioco del domino delle sillabe, dove, per esempio, l’immagine della lu-na viene fatta seguire da quella della na-ve e successivamente di una ve-la.
Queste competenze devono essere coltivate con un intervento diretto e specifico orale, senza essere collegate sin dall’inizio con i grafemi. La memorizzazione dei grafemi corrispondenti ai suoni è una competenza successiva, ulteriore, che va a complicare il quadro. L’obiettivo di questa prima fase è focalizzare l’attenzione del bambino sull’aspetto sonoro delle parole e sollecitarlo alla discriminazione uditiva delle unità sillabiche di cui sono composte. La sillaba è marcata acusticamente dall’unione con la vocale, che la rende percettivamente discreta: saperla discriminare ed essere in grado di segmentare la parola in sillabe a livello orale costituisce il primo passo da compiere. Solo in una fase successiva, con lo stesso approccio ludico, ci si porrà l’obiettivo di sviluppare la coscienza fonemica, la capacità di discriminare i singoli fonemi di una parola per via uditiva, abilità considerata di cruciale importanza per l’avvio alla conversione fonema-grafema in classe prima.