Ogni anno genitori e insegnanti assistono con trepidazione al piccolo miracolo: in poco tempo i bambini di prima imparano a leggere. Quale mistero si nasconde dietro questa magia? Che cosa avviene nel cervello dei bambini quando apprendono il delicato meccanismo della lettura?
Da alcuni anni le neuroscienze sono riuscite a sollevare in parte il velo di mistero, dimostrando la vastità delle conseguenze cerebrali che la lettura ha sulla mente del lettore. Infatti il cervello dell’homo sapiens, nel momento in cui diventa homo legens, subisce una profonda trasformazione, come osserva M. Wolf: “Il lungo processo evolutivo di imparare a leggere bene e in profondità ha cambiato la struttura stessa delle connessioni di quel circuito [della lettura], il che ha ricablato il cervello, e questo a sua volta ha riplasmato la natura del pensiero umano.”
Imparando a leggere il bambino non acquisisce soltanto una competenza in più, ma trasforma la sua stessa dimensione antropologica, perché cambia il suo modo di percepire e di esplorare lo spazio, si trasformano i suoi processi mentali e si modifica la sua dimensione emotiva. Questo salto evolutivo era già stato intuito e analizzato magistralmente da R. Simone nel saggio “ La terza fase”.
Il passaggio dal linguaggio orale al testo scritto comporta nuovi compiti per il cervello, compiti che non sono sostenuti da strutture cerebrali innate come nel caso del linguaggio orale, ma che si formano con l’apprendimento della lettura a partire dai primi anni di scuola. Per questo l’apprendimento della lettura ha un ruolo centrale nello sviluppo cognitivo dell’individuo, tanto che alla fine del processo la mente di un alfabetizzato sarà notevolmente diversa da quella di un analfabeta. Oggi, nel mondo intero, l’umanità, di ogni latitudine e di ogni cultura, non può più prescindere dalla capacità di leggere, anche se permangono ancora sacche di analfabetismo che impediscono a milioni di bambini di realizzare pienamente la loro dimensione umana.
Tuttavia non basta dare al bambino gli strumenti di base della lettura (lettura strumentale), bisogna sostenere nel tempo il lento processo di strutturazione del cervello che prende le mosse dall’apprendimento della lettura strumentale. Infatti, se le esperienze di lettura non sono sostenute e sviluppate lungo tutto il corso della vita, l’individuo, pur possedendo le competenze della lettura strumentale, cade dell’analfabetismo funzionale, cioè nella condizione di chi legge ma non capisce, o meglio, di chi capisce solo i significati più superficiali di un testo, ma non è in grado di farne una lettura profonda.
Il titolo del post, Leggere con gli occhi, leggere con la mente e con il cuore, sintetizza le diverse dimensioni della lettura: leggere con gli occhi si riferisce al processo materiale della lettura che non si estrinseca semplicemente nel riconoscimento sequenziale dei grafemi e delle parole. Infatti il lettore esperto, per aumentare la velocità di lettura e contemporaneamente alleggerire il carico cognitivo dell’operazione, è in grado di riconoscere la parola attraverso una lettura globale e, in momento successivo, è anche in grado di anticiparla, attraverso lo stesso processo dell’intelligenza artificiale. Per raggiungere queste performance, il piccolo lettore deve essere guidato e, là dove presenti disabilità e difficoltà, sostenuto.
Leggere con la mente si riferisce ai complessi meccanismi cognitivi della lettura e alle ricadute sulla struttura del cervello.
Leggere con il cuore si riferisce alla risonanza emotiva del processo che attinge agli strati più profondi della mente e che è in grado di cogliere la ricchezza e varietà dei significati.
È quindi evidente come il tema della lettura e comprensione sia estremamente vasto e che non possa essere affrontato nella sua complessità attraverso un solo intervento. Può esser utile, invece, isolare singoli aspetti della comprensione, analizzare il problema specifico da un punto di vista teorico e suggerire qualche proposta didattica.
I diversi post di questa rubrica partiranno dal confronto tra la teoria cognitivista e gli studi delle neuroscienze, nella prospettiva di offrire un contributo al dibattito e al lavoro in classe. Il prossimo intervento avrà per tema: Carico cognitivo e meccanismi di attenzione e di controllo nella lettura