Recensione a Michela Griggio, Loredana Semperlotti, Scrittori e scrittrici in cammino alla primaria con il WRW – Writing and Reading Workshop. Strategie e strumenti per consolidare il laboratorio di scrittura, Erikson 2024
Il volume di Michela Griggio e Loredana Semperlotti, entrambe docenti di scuola primaria nel padovano, è dedicato esclusivamente alla scrittura e continua il percorso per le ultime classi della primaria (terza-quinta), richiamandosi spesso al testo di Dicati, Vaudagnotto, ma anche agli altri volumi della serie e ai tanti articoli del sito (www.italianwritingteachers.it). Apprezzabile però – a nostro avviso – è il tentativo di raccordare l’esperienza del WRW, che come si è visto ha origini americane, e quella di una parte della tradizione italiana a partire dagli anni ’70-80 che ha fatto importantissimi progressi nel campo dell’insegnamento della scrittura (si allude sostanzialmente a Don Milani e al Giscel, alla linguistica testuale…). Vengono citati infatti testi di didattica della scrittura di Frasnedi (1985, 1992, 1999), Guerriero 2021 e di linguistica italiana come Colombo 2011, Fornara 2012, Lo Duca 2018, Mortara Garavelli 2003. Capita poi che le autrici evidenzino anche come tecniche che nella scuola americana possono funzionare (come ad es. la stesura veloce di diverse prime bozze rapide al posto di un’unica bozza) non necessariamente funzionano nella scuola italiana che purtroppo sembra dedicare meno tempo all’apprendimento della lingua materna. Insomma, un approccio metodologico che viene da fuori, ma si riaggancia anche alla tradizione italiana, mediando un po’, cosa che non è sempre così scontata.
Nella parte introduttiva, si entra nel dettaglio delle minilezioni, che diventano leggermente più lunghe rispetto alle prime classi (ma comunque durano al massimo 15 minuti) e sui libri mentor, ossia quei libri che spingano i bambini a utilizzare particolari strategie o tecniche: è il modeling, che non significa imitazione ma allude a “un percorso di trasformazione” (p. 66). Si parte cioè dall’osservazione di quello che fa uno scrittore modello, si cerca di dargli un nome e si tenta di produrre qualcosa di simile ma di creativo (ad esempio l’uso di un particolare tipo di verbi, una tecnica ecc.). Contraddistingue in genere i formatori WRW la buona conoscenza della letteratura per l’infanzia e l’adolescenza, che permette loro di individuare libri che appassionano il giovane pubblico.
L’intero libro è organizzato attraverso 18 minilezioni, nelle quali si affrontano le diverse fasi del processo, dalla pre-scrittura, all’uso di testi modello, alla stesura della prima bozze, alla revisione fino all’editing e alla pubblicazione.
Come abbiamo visto per il precedente volume, la revisione è un momento molto importante e complesso per i bambini, che stanno acquisendo le capacità cognitive di ritornare sul proprio testo. In questo volume si spiega che la revisione non coincide con la fase di editing (attenzione a sintassi, lessico, ortografia…), ma è molto di più (ivi: 131).
“Cosa sto cercando di dire veramente?” La revisione è il cuore del processo della scrittura, è ciò che permette a scrittori e scrittrici di collegare il proprio pensiero, le proprie intenzioni, le parole che desiderano scrivere, a ciò che la penna traccia sul foglio.
Inizia quando lo scrittore o la scrittrice legge e rilegge attentamente il testo con l’obiettivo di verificare se ciò che è stato scritto corrisponde a ciò che voleva dire.
Può essere infatti su larga scala, riguardando anche l’intero testo, la sua struttura, il focus della storia oppure su piccola scala, ossia una sezione del testo (p. 133).
All’interno della fase di revisione, vi possono essere anche degli approfondimenti sulla lingua, ad esempio quello sulle parole che uniscono (connettivi e pronomi relativi), in cui si invitano i bambini a ragionare su come unire tra loro più frasi per evitare la noia. Non necessariamente si parte dai testi autentici dei bambini; si prevede infatti anche qualche momento in cui è possibile lavorare su esempi dati (piccole frasi create ad hoc), in modo che i bambini si possano impadronire delle tecniche utili a legare meglio le diverse parti del testo.
Al momento dell’editing invece – che non deve essere necessariamente alla fine di tutto il processo, ma può caratterizzare i momenti finali di ogni laboratorio – viene demandata la correzione degli errori, per la quale le autrici rimandano spesso al libro di Adriano Colombo, A me mi, 2011 e alla sua idea di correzione minima, fatta cioè solo su una parte degli errori, quelli più importanti e correggibili al momento, in modo che il testo non sia perfetto, ma accettabile. E soprattutto deve essere una correzione effettuata dagli stessi autori del testo o dai loro pari, mai dagli insegnanti. Anche qui vengono presentate con dovizia di esempi tecniche quali la lettura da gambero e le liste di controllo, possibilmente personalizzate sul singolo scrittore (pp. 150-57). Utile in questa fase, che non deve durare troppo, è l’aiuto di un timer (impostato sui 5 minuti).
Legata alla correzione degli errori nelle mente di ogni insegnante è la valutazione, alla quale viene riservato un capitoletto interessante e come al solito pragmatico. Si precisa prima di tutto che si parla solo di valutazione formativa che con le parole di Hattie (2016: 197) ha la funzione principale di “sostenere l’apprendimento generando feedback che gli studenti possano utilizzare per definire i propri obiettivi, come raggiungerli e cosa fare dopo”. La valutazione quindi non è da farsi solo alla fine del processo, ma si avvale dei diversi momenti del laboratorio, in particolare delle consulenze, durante le quali il feedback dell’insegnante dovrebbe spingere gli alunni a migliorare il proprio lavoro. Vanno valutati pertanto diversi aspetti, in particolare: l’autonomia rispetto alla gestione dei tempi e spazi del laboratorio, l’atteggiamento nei confronti della scrittura, il tipo di scrittura e le tecniche adoperate, oltre naturalmente al prodotto finito. Per ciascuno di questi punti vi è un elenco di elementi da controllare.
Vengono fornite anche una rubrica di valutazione della partecipazione al laboratorio (che suddivide i quattro livelli: in via di acquisizione/ base/intermedio e avanzato), ispirata dal lavoro di Jenny Poletti Riz, 2017, e una check list da proporre agli alunni perché possano autovalutare la loro partecipazione al laboratorio.
La meta di tutto il lavoro consiste nella pubblicazione dei testi scritti e nella loro condivisione attraverso piccole mostre, letture pubbliche ecc., e che viene proposta diverse volte nel corso dell’anno (almeno una per ogni tipo testuale affrontato). Anche in questo caso, si prevede un lavoro preliminare sui libri mentor, allo scopo di confrontarsi con la confezione dell’oggetto libro: la copertina, la quarta, i risguardi, ecc. che possano fungere da modelli per gli studenti